UIL Basilicata -Coordinamento Pari Opportunità UIL Basilicata

Quest’anno la UIL Basilicata insieme al Coordinamento Pari Opportunità UIL per  l’8 marzo, “Giornata internazionale dei diritti delle Donne”, si rivolge ai giovani con incontri e volantinaggio davanti l’Università e le scuole secondarie di secondo grado della regione.

L’obiettivo è quello di guardare al futuro e alle nuove generazioni per costruire insieme a loro, protagonisti nella realtà del terzo millennio, una società di diritti, più giusta ed inclusiva, Per le persone.

E’ un’iniziativa – spiega la Uil – che è soprattutto la continuità di un impegno assunto durante il Congresso regionale dello scorso giugno, quando una studentessa lucana ha consegnato al Segretario Generale UIL, Pierpaolo Bombardieri, e al Segretario Generale UIL Basilicata, Vincenzo Tortorelli,  uno zainetto con dentro un quaderno contenente i “sogni” propri e quelli dei compagni di classe: “Un’università prestigiosa per un lavoro dignitoso”, “Una piscina olimpionica per coltivare il mio sogno”, “Un mondo senza diseguaglianze”, “Il rispetto da donna delle mie aspettative di carriera”, “Un sistema scolastico migliore. Vorrei diventare miliardario per costruire scuole migliori”.

Alla ragazza che ci ha rivolto l’appello “Più che parlare di noi, parlate con noi”, rispondiamo facendo un passo oltre: diamo ai ragazzi gli strumenti per crescere, decidere del proprio futuro.

E vogliamo farlo anche nella nostra Organizzazione consegnando loro spazi, strumenti e responsabilità per discutere, lottare e cambiare le cose. Questo è il senso di questa iniziativa!

Ecco allora lo slogan “La parità di genere è una conquista del genere umano”, perché una società più equa non può prescindere dal riconoscimento della libertà e della dignità della donna.

È infatti inaccettabile che oggi esista ancora una “questione femminile” che riguarda le donne in prima linea nei tanti Paesi del mondo dove i loro diritti sono messi in discussione, calpestati, cancellati; e che, nel nostro Paese, riguarda le discriminazioni che le donne vivono sulla propria pelle, quotidianamente, a partire dal mondo del lavoro. La maggioranza dei disoccupati è donna, 52%; la maggioranza degli inattivi è donna, 63%; la minoranza degli occupati è donna 42%!

Le donne, infatti, spesso non riescono a entrare nel mondo del lavoro e, se vi entrano, sono sotto-occupate, sottopagate, precarie, sfruttate. Equilibriste tra i doveri professionali e il carico di cura della famiglia, che devono vedere il loro lavoro, il loro talento e le loro competenze mai riconosciuti al pari dei loro colleghi uomini.

Una situazione che si accentua maggiormente nel Mezzogiorno e in Basilicata dove spesso la disponibilità di “servizi”, asili nido e tempo pieno, presentano differenze col resto del Paese che non è eccessivo definire incostituzionali.

In Basilicata, da gennaio a settembre 2022 hanno presentato le dimissioni 2.994 donne, di cui 1.627 aveva un contratto di lavoro a tempo indeterminato. Le motivazioni, per la maggior parte di queste, non sono difficili da individuare: se infatti da qualche parte c’è uno smart-working più flessibile, se la retribuzione è troppo bassa o gli orari disagevoli per conciliare i tempi di vita, un lavoro, anche se sicuro, lo si può lasciare.

Sarà molto difficile ridurre i divari territoriali e ottenere uno sviluppo duraturo se non aumenta l’occupazione sicura, di qualità e qualificata per le donne.

Per anni l’alibi è stato l’assenza di risorse. Invece, come sempre, il problema è che non si è mai ritenuto questo problema meritevole di finanziamenti adeguati, destinati puntualmente altrove. Ora le risorse ci sono, si restituisca dignità alle tante donne, alle tante madri nei confronti delle quali la società ha un debito.

“Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni”, e allora il futuro appartiene alle persone che combattono e credono nelle parità, non solo di genere, ed insieme partecipano e costruiscono il cambiamento.

È questo il momento di farlo insieme, con le nuove generazioni per dare centralità ai loro interessi, aspettative e rivendicazioni e per affidare loro spazi di confronto.

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