Nella riforma degli ammortizzatori sociali prevista in Legge di Bilancio, con la revisione delle aliquote contributive, si profila un alleggerimento sulle buste paga di lavoratrici e lavoratori dipendenti. Una novità non da poco tenuto conto che interessa in media tra i 5 e i 7 mila lavoratori lucani che solo a settembre scorso hanno utilizzato 1,9 milioni di ore di cassa integrazione guadagni ordinaria (15 milioni di ore da gennaio a settembre 2021).
È quanto emerge da una simulazione della UIL Servizio Lavoro, Coesione e Territorio, in seguito alla revisione delle aliquote previste dalla Legge di Bilancio per le aziende da 6 a 15 dipendenti e per le aziende da 16 a 50 dipendenti su uno stipendio medio del settore privato che corrisponde a 21.000 euro lordi Infatti, tale revisione comporta aumenti medi complessivi di 73 euro annui per le aziende da 6 a 15 dipendenti (più 76,8%) e di 221 euro annui per le aziende da 16 a 50 dipendenti (più 161,5%).
Nello specifico in un’azienda da 6 a 15 dipendenti l’aumento è così suddiviso: 47,80 euro medi a carico dell’aziende (più 75,3%) e di 25,20 euro a carico del lavoratore (più 80%). Mentre in un’azienda da 16 a 50 dipendenti l’aumento è così suddiviso: 147 euro a carico dell’azienda (più 162,8%) e 73,50 euro a carico del lavoratore (più 159,1%). È quanto emerge da una simulazione della UIL Servizio Lavoro, Coesione e Territorio in seguito alla revisione delle aliquote previste dalla Legge di Bilancio per le aziende da 6 a 15 dipendenti e per le aziende da 16 a 50 dipendenti su uno stipendio medio del settore privato che corrisponde a 21.000 euro lordi.
Le aliquote sono ripartite – spiega Ivana Veronese, Segretaria Confederale UIL – per 2/3 a carico dell’azienda e per 1/3 a carico del lavoratore; pertanto, per un’azienda da 6 a 15 dipendenti si passa dall’attuale 0,45% allo 0,80% e per un’azienda da 16 a 50 dipendenti si passerebbe dall’attuale 0,65% all’1,70%, di cui lo 0,90% per la Cassa Integrazione Straordinaria. Con la riforma – continua Ivana Veronese – in un’azienda da 6 a 15 dipendenti il costo della contribuzione passerà da 95 euro annui a 168 euro, ciò significa che per l’azienda si passerà dagli attuali 63,50 euro a 111,30 euro e per un lavoratore da 31,50 euro a 56,70 euro. Mentre in un’azienda da 16 a 50 dipendenti la contribuzione passerà dagli attuali 136,50 euro a 357 euro annui, il che significa che per l’azienda si passerà dagli attuali 90,30 euro a 237,30 euro e per un lavoratore dagli attuali 46,20 euro si passerà a 119,70 euro.
Pur condividendo la necessità di una revisione del sistema degli ammortizzatori sociali – commenta il segretario regionale Uil Vincenzo Tortorelli – non possiamo, però, accettare che ci sia un aggravio sulle buste paga di lavoratrici e lavoratori già duramente penalizzati dal continuo ricorso alla cig con causale ’emergenza sanitaria COVID-19′ a testimonianza che gli effetti della pandemia su produzione ed occupazione sono ancora pesanti. L’aumento delle aliquote deve essere ben calibrato e utile a tenere in equilibrio il sistema senza, però, fare cassa. Tra l’altro si ipotizza di sostenere gran parte dell’aumento nel primo anno di vigenza, attraverso la fiscalità generale.
E ancora si chiede Veronese: Dovremo vedere calare così tanto le retribuzioni dei lavoratori e delle lavoratrici? Non vorremo trovarci di fronte ad un’operazione per far cassa, come al solito, sui lavoratori dipendenti così come è già accaduto quando fu istituito il Fondo di integrazione salariale (FIS). Le aliquote definite ci paiono esagerate! Tutto ciò – conclude Ivana Veronese – è inaccettabile e chiediamo al Ministro Orlando di convocare subito un incontro non solo con le parti datoriali, ma anche con le parti che rappresentano le lavoratrici e i lavoratori che in questa operazione di riforma rischiano di essere gli unici a pagarla.