Il segretario regionale della Uil Vincenzo Tortorelli non usa mezzi termini per esprimere valutazioni sull’ autonomia differenziata e dice: “siamo di fronte a una norma incostituzionale e bisogna avere il coraggio di dirlo”.
D. Perché è così tranciante nel giudizio?
R. Parlano i dati. Le Regioni settentrionali, in media, ottengono un finanziamento pro capite di 12.908 euro a fronte dei 10.484 euro dei cittadini del Sud. Se si considera, poi, la spesa complessiva del Settore Pubblico allargato, nel 2020, le Regioni del Nord sono state destinatarie di circa il 49% dei finanziamenti, mentre poco meno del 28% è stato appannaggio del Sud: una distribuzione sostanzialmente invariata da oltre 20 anni a questa parte. Inoltre, la spesa corrente pro capite, sempre nel 2020, è stata pari a 16.785 euro al Nord, mentre al Sud si è fermata a 12.927 euro: una differenza di circa 4 mila euro, rimasta costante negli ultimi dieci anni, durante i quali, dunque, ogni singolo cittadino del Sud è stato destinatario, complessivamente, di 40 mila euro in meno di spesa pubblica rispetto a ogni singolo cittadino del Nord. E, infine anche il differenziale retributivo è notevole: un lavoratore del Sud percepisce 8.900 euro annui in meno rispetto a un suo collega del Nord.
D. Sono 23 le materie oggetto del “federalismo a geometria variabile”. Il ddl è tutto da riscrivere ?
R. Sono tematiche di assoluta rilevanza per la qualità della vita delle persone ma anche perché il nostro Paese possa avviarsi, in modo consapevole, armonico e progettuale verso il futuro. Si tratta di materie su cui a più riprese il sindacato confederale, e noi come Uil, ha presentato proposte, idee e piattaforme per le quali ha richiesto un confronto con le altre parti sociali e soprattutto con tutte le forze politiche. Confronto che, purtroppo, negli ultimi anni è stato realizzato o qualche volta soltanto promesso, con scarsi risultati e ancor meno attenzione. Non per nulla su ognuno di questi temi (dall’energia alla sicurezza sul lavoro, dai centri per l’impiego alle infrastrutture, dalla salute all’istruzione e formazione) qualche volta si ha l’impressione che si brancoli fra idee spezzettate e grandi proclami, fra volontà riformatrici e tendenza alla conservazione.
D. La Uil cosa “contrappone”?
R. Per la Uil è assolutamente necessario avere un progetto forte per il Paese, anche perché è qui che vivono le persone, i cui diritti civili e sociali, la cui dignità va salvaguardata e rafforzata. Noi riteniamo che questo Paese, per essere ammodernato e per competere sul piano dello sviluppo e ridurre le disuguaglianze, abbia bisogno di riforme molto ampie, condivise, partecipate, realizzate dalle forze politiche ma avvertite come opportune anche dalle forze sociali e dall’intera cittadinanza. L’attuale Governo ha scelto invece una strada diversa con un intervento riformatore, sostanzialmente vincolato su due obiettivi: da una parte l’autonomia differenziata, dall’altra la strada del presidenzialismo o semi presidenzialismo. Quello che auspichiamo è un “progetto per il Paese” imperniato sui principi dell’uguaglianza, della solidarietà, della partecipazione e sull’esigibilità dei diritti civili e sociali in ogni contesto e per ogni tempo.
D. E sulla fiscalità non potrebbero esserci dei vantaggi per la Basilicata terra di petrolio e di acqua?
R. Attenzione alla confusione che è alimentata da Governatori del Nord che vorrebbero trattenersi il gettito fiscale dei propri residenti. Altra cosa invece è la proposta che la Uil ha presentato da anni per l’istituzione di un Fondo Sovrano al quale far affluire le royalties del petrolio, del gas, delle rinnovabili e le entrate del cosiddetto costo industriale dell’acqua. Come mettere al servizio dello sviluppo efficace e della buona occupazione le risorse petrolifere e naturali dei nostri territori è un tema che non può e né deve finire nel calderone dell’autonomia differenziata e merita soluzioni specifiche. Proprio come quelle che abbiamo indicato.