UIL Basilicata

“Pensare alla Basilicata e al Mezzogiorno come un’unica area geografica per concentrare le risorse verso progetti di sviluppo sovraregionali e non come la somma dei “tanti Sud”, per affermare più diritti e meno disuguaglianze anche in questa parte del Paese”. Lo ha detto il segretario regionale della Uil Vincenzo Tortorelli intervenendo a Bologna al congresso nazionale della Uil al quale partecipano 50 delegati lucani.

Un grazie particolare a Pierpaolo ad Emanuele e a tutta la segreteria nazionale, che, in questi due anni, non hanno mai fatto mancare il loro sostegno e loro vicinanza alla Basilicata, anche nei momenti più difficili ma anche a quelli più entusiasmanti

Penso alla grande intuizione UIL Tour, che ha riportato la UIL nelle piazze tra le persone.

I 70 anni della feneal, che è stata costituita proprio a Potenza nel 1951, e ringrazio Vito Panzarella e la feneal nazionale per aver scelto Potenza per la celebrazione del settantesimo della categoria. E poi le sfide e il grande successo delle elezioni per le Rsu del pubblico impiego che hanno visto la UIL FPL primo sindacato in Basilicata e il migliore a livello nazionale. E la vittoria della UILM nello stabilimento Stellantis di Melfi che per la quinta volta consecutiva si è attestata al primo posto.

I grandi risultati dei nostri Servizi, che sono un’eccellenza lasciatemelo dire: il Caf che anche quest’anno ha concluso la campagna 730 con un brillante risultato e l’Ital con una crescita esponenziale di punteggio.

Tutto ciò è frutto di un grande lavoro di squadra e di grandi investimenti fatti nei territori, infatti mentre chiese, caserme e uffici postali chiudono la UIL rimane!

Ho partecipato a molti dei congressi che si sono tenuti nelle varie regioni.

In quelli del Sud ho avvertito il sentimento condiviso di un riscatto che il Mezzogiorno chiede per superare i ritardi storici che lo colpiscono, ancora di più oggi che i motivi della transizione sostenibile lo rendono più urgente.

Pierpaolo lo chiama “vuoto”.

Al Sud è ancora più pesante. È una voragine perché anche questa volta stiamo assistendo ad una transizione “a due velocità”, poiché se nel Nord d’Italia la transizione poggia su infrastrutture più mature, il Sud sconta lo svantaggio di uno sviluppo che, su tanti aspetti, deve ancora avviarsi.

Tutto si complica!

Il fondo mondiale lancia un allarme: l’inflazione avrà un costo doloroso, rallenterà la crescita e aumenterà la disoccupazione!

Ma è proprio questo il momento del fare.

Al nostro secondo congresso regionale ci siamo dati la parola d’ordine “E’ questo il momento”, siamo ad uno spartiacque che deciderà quali saranno i nuovi modelli di sviluppo, se si baseranno su una crescita equa e giusta, oppure su un arretramento senza precedenti.

Opportunità o rischio, saremo noi a deciderlo!

Le sfide non ci hanno mai spaventato anche perché possiamo contare su risorse umane, giovani eccellenze che ci fanno guardare con un’altra prospettiva al futuro.

Noi veniamo da quel formidabile fenomeno del riformismo sociale e politico e dall’idea che il cambiamento è dettato dall’epoca che viviamo. Il riformismo, si diceva nel primo ‘900 “è quello che il suo tempo lo fa”. E adesso si adegua ai nuovi tempi per diventare ‘il nuovo umanesimo sociale e sindacale’. Un’idea di progresso e di emancipazione, di giustizia e di uguaglianza con aggiustamenti continui del sistema democratico. Ma questo non basta.

Non ci basta a recuperare la fiducia delle persone! Riforme e lavoro sono l’architrave! Il lavoro oltre che necessità anche strumento di realizzazione, di partecipazione e di libertà. È questo quello che le persone chiedono!

Basta con il PNRR raccontato, finalizziamo i grandi flussi finanziari europei su un grande e vero PIANO DEL LAVORO in grado di creare nuova occupazione e nuova capacità produttiva, che dia un’anima allo sviluppo del Sud! E questa è una carenza che dobbiamo recuperare o con il dialogo o con battaglie sindacali più incisive.

Lasciatemi dire che cos’è oggi la Basilicata: da un lato i 120mila barili di petrolio al giorno, dall’altro la mancanza di un grande piano di energie alternative; da un lato le 380mila vetture che si producevano e dall’altro il passaggio dal termico all’elettrico.

La regione è un grande laboratorio dei processi di transizione energetica e digitale ma da accompagnare con un grande contratto sociale nel campo della formazione e della riqualificazione professionale e con importanti investimenti infrastrutturali per le nuove opportunità di lavoro.

Per questa regione passa il rilancio delle politiche industriali innovative del nostro Paese per quel grande patrimonio di insediamento manifatturiero con stellantis, eni e total e gli altri grandi player presenti sul territorio.

La UIL ha fatto proposte su sanità, forestazione, petrolio ed energia, infrastrutture, digitale, occupazione giovanile e femminile e sull’impiego dei fondi UE, ad oggi inascoltate dal governo regionale!

Abbiamo più volte ribadito che occorrono riforme strutturali in grado di invertire la rotta, bisogna incidere con un nuovo piano Marshall per il mezzogiorno modificando gli orientamenti dello stato centrale con politiche lungimiranti all’altezza dei tempi difficili che ci aspettano per un Sud di “più diritti e meno disuguaglianze”.

In conclusione, Voglio riprendere il tema del nostro congresso regionale “Pace, Libertà, Lavoro”, ispirato al messaggio del primo congresso nazionale della UIL. Era l’anno 1953. Ora invece, nei tempi difficili che stiamo vivendo, quelle parole tornano fortemente attuali, ed aprono il nostro agire alle persone e ai loro bisogni. È QUESTO IL MOMENTO DI COSTRUIRE LA DIGNITÀ DELLE PERSONE, perché il primo bene di un popolo è la sua dignità. E adesso, come nel 1953, noi dobbiamo INSIEME farci costruttori di una società con PIÙ PACE, PIÙ LAVORO, PIÙ LIBERTÀ. È questo il percorso, sicuramente non facile ma l’UNICO per partecipare al più grande cambiamento del terzo millennio!

Il video dell’intervento:

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