di Vincenzo Tortorelli, Segretario Generale UIL Basilicata

Le ferie dei lavoratori e delle loro famiglie sono profondamente cambiate. In questo mese di agosto che storicamente, per decenni, ha rappresentato quello delle vacanze di milioni di lavoratori, soprattutto per la chiusura delle fabbriche, si verifica in maniera più evidente il cambiamento. L’inflazione sempre più vicina al 9% e l’incremento dei costi anche per soggiorni turistici, l’aumento dei carburanti, l’incertezza del prossimo autunno scoraggiano a lasciare casa per una vacanza sia pure breve. Rapporti, indagini, previsioni confermano che i classici 15 giorni al mare, facendo sacrifici per portare i figli al mare, appartengono alle cartoline delle vacanze degli italiani degli anni ottanta-novanta. In questa stagione si bada al risparmio e alle soluzioni di vacanza più economiche. Per non parlare di categorie come i lavoratori edili che per gli effetti del “bonus 110” dovranno saltare le ferie di agosto e dei precari che non possono in questo periodo chiedere ferie. Dunque che sulle ferie di agosto ci sia una rivoluzione dopo Covid e guerra, anche in conseguenza dei nuovi stili di vita incluso lo smart working, è diventato inevitabile. Ma quello che ci preoccupa di più come sindacato è la rinuncia per evidenti motivi economici. Il presidente del Censis – l’istituto da mezzo secolo interprete dei processi sociali del Paese – Giuseppe De Rita mette in guardia: “Al caro vita l’Italia si adatterà ma scivolerà in basso”. Un presagio che ci preoccupa non poco perché equivale ad un ulteriore scivolamento del disagio sociale, da noi con il tasso galoppante di povertà relativa, di impatto devastante. Sempre De Rita mette in guardia perché la reazione più naturale a fronte di una crisi è quella di adattarsi, di mantenere le posizioni “magari scendendo dalla scala di uno o due gradini”. Di fronte a questa situazione, se in passato il sindacato rivendicava il “bonus vacanze”, un sostegno che pure è servito a famiglie a basso reddito per fare qualche giorno in albergo, oggi ci porta a pensare ad altre soluzioni, ad interventi strutturali a favore di chi paga le conseguenze dell’inflazione e del costo dell’energia. L’emergenza che stiamo vivendo sull’inflazione, sulla perdita del potere d’acquisto e sul costo dell’energia – come sottolinea il nostro segretario nazionale Bombardieri – non può aspettare l’esito delle elezioni. C’è bisogno di risposte subito. Ci aspettiamo che ci sia un intervento immediato per utilizzare i 10 miliardi a favore di lavoratrici, lavoratori, pensionati e pensionate. Inoltre, non possiamo permetterci di perdere ulteriori risorse per il mancato rispetto dei tempi previsti dal PNRR.

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