Le conclusioni della X edizione del progetto “Le Performance Regionali”, di C.R.E.A. Sanità rappresentano un’ ulteriore opportunità per definire un piano regionale di intervento a breve e medio termine che non si occupi solo del recupero delle 220 mila prestazioni di lucani da troppo tempo in liste di attesa. E’ quanto sostiene il segretario regionale della Uil di Basilicata Vincenzo Tortorelli.
Intanto, in sintesi, le conclusioni del Rapporto: le Regioni in cui la popolazione ha le maggiori possibilità di tutela socio-sanitaria sono il Veneto, l’Emilia Romagna, la Toscana e la Lombardia mentre le minori sono in Abruzzo, Campania e Calabria. Nel gruppo intermedio c’è la Basilicata insieme a Sardegna, Piemonte, Valle d’Aosta, Marche, Liguria e Lazio. Ci sono aspetti specifici dell’indagine – aggiunge Tortorelli – che richiedono approfondimenti e analisi dettagliate. Per ora ci preme individuare alcune priorità. Tra queste non riusciamo a capire come si possa raggiungere l’obiettivo di smaltire entro la fine dell’anno la mole di prestazioni in lista di attesa e non può non preoccuparci la situazione di conflittualità che si è determinata da settimane tra Regione e strutture della sanità privata accreditata in particolare sulla questione tetti di spesa. Anche questa volta come accade su tutte le altre questioni di impatto sociale – aggiunge Tortorelli – registriamo il deficit di confronto con le parti sociali che o è occasionale o semplicemente formale. Un deficit che si ripercuote pesantemente sulla domanda di prevenzione e tutela della salute dei lucani oltre che sui livelli occupazionali delle strutture della specialistica ambulatoriale e che pertanto va rapidamente colmato.
Per tornare al Rapporto Crea tra i punti deboli del SSR l’incremento di Appropriatezza e Innovazione, sembra poter essere messa in relazione con il disegno di ammodernamento del SSR formulato a seguito degli stanziamenti di risorse per investimenti di cui al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR); ed anche all’importanza dell’innovazione organizzativa e tecnologica (vaccini etc.), per contrastare efficacemente la pandemia. La fase di transizione e rinnovamento del Servizio Sanitario Nazionale sul territorio, impone di monitorare l’evoluzione dei sistemi sociosanitari, misurare gli accessi dei cittadini alle Centrali Operative Territoriali e alle Case di Comunità, nonché considerare il loro impatto sull’associazionismo tra MMG/PLS e specialisti del territorio; analogamente sarà necessario monitorare l’effettiva alimentazione del Fascicolo Sanitario Elettronico, specialmente in termini di estensione dei suoi contenuti anche alle prestazioni sociali, come anche a quelle sanitarie erogate dalle strutture private. Tra le tematiche è emersa anche l’esigenza di erogare una assistenza al domicilio con professionisti specificatamente formati, soprattutto per le famiglie unipersonali, prevedendo attività formative dedicate a tale ambito, già a livello universitario. In conclusione, nel prossimo futuro sarà fondamentale elaborare indicatori finalizzati a misurare il rendimento delle azioni che verranno implementate nei prossimi anni in attuazione del PNRR affinché gli stanziamenti possano rappresentare un concreto investimento per generare quei miglioramenti di efficienza e efficacia dei servizi che sono necessarie per la sopravvivenza del nostro Welfare sociosanitario nazionale e regionale.