di Vincenzo Tortorelli, Segretario regionale UIL Basilicata

I dati diffusi dal Ministero del Lavoro, relativi alle Comunicazioni Obbligatorie del I trimestre 2020, certificano che Il blocco dei licenziamenti, purtroppo, da solo non basta per difendere l’occupazione.

In Basilicata nei primi tre mesi dell’anno i rapporti di lavoro attivati (37.308) sono stati il 6,8% in meno dello stesso periodo 2019 ed hanno interessato 29.182 lavoratori, vale a dire il 5,6% del numero del primo trimestre dello scorso anno. Ma attenzione ai nuovi assunti, in buona parte con contratti a termine, bisogna aggiungere le 22.048 cessazioni avvenute nello stesso periodo per 17.154 persone che hanno perso il lavoro. Una riduzione di occupati che incide maggiormente sulle donne.

A livello di tipologia contrattuale di assunzione, le maggiori contrazioni, in valori assoluti, si registrano per i rapporti a tempo determinato, che dopo gli aumenti dei mesi di gennaio e febbraio scendono vertiginosamente a marzo e per i contratti a tempo indeterminato. Altro effetto negativo della crisi si registra per la somministrazione, dove le attivazioni scendono dell’11,8% investendo maggiormente le donne.

Un altro riflettore deve essere puntato sul Mezzogiorno: i dati sulle cessazioni dei rapporti di lavoro testimoniano nel Nord e nel Centro una loro positiva riduzione dello 0,8% (rispetto allo stesso periodo dello scorso anno) mentre al Sud le cessazioni aumentano dell’1,2%.

Inoltre, riscontriamo, che il 59,6% dei rapporti cessati ha riguardato i contratti a tempo ed un 23,5% riferito ai contratti a tempo indeterminato.

Purtroppo riteniamo che questi dati diffusi siano solo una prima reale fotografia degli effetti della crisi sul versante occupazionale. Occorre, da una parte, continuare con gli strumenti di sostegno al reddito e accelerare la loro erogazione e, dall’altra, progettare da subito la ripresa, anche grazie alle possibilità aperte dall’Unione Europea, con interventi decisi e attenti all’equità.
Se si aggiungono i dati Istat sulle previsioni del Pil c’è la conferma che per far fronte a una situazione così eccezionale, servono provvedimenti eccezionali. Sono mesi, ormai, che la Uil propone un Patto per il Paese. Per uscire da questa crisi non c´è alternativa: c´è bisogno del contributo di tutti. In un documento unitario, Cgil, Cisl, Uil hanno già indicato le priorità: dagli investimenti alla riforma fiscale, da una nuova politica industriale alla riforma degli ammortizzatori sociali, dal rafforzamento delle politiche sociali al rinnovo dei contratti.

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