“Il 70% dei contagiati dal virus sui luoghi di lavoro sono donne: è quanto emerge dal nuovo Dossier 2021 dell’#Inail diffuso a pochi giorni dall’8 marzo, giornata internazionale della #donna. Anche in Basilicata secondo l’ultimo report Inail, aggiornato al 18 febbraio scorso, su 710 denunce di infortunio sul lavoro da Covid-19 in Basilicata (562 in provincia di Potenza e 148 in provincia di Matera), il numero maggiore riguarda le donne (426, di cui 342 in provincia di Potenza e 84 in quella di Matera) rispetto agli uomini (284). Assolutamente in controtendenza sul complesso degli infortuni sul lavoro, in cui i casi femminili si attestano al 36%, le lavoratrici sono quindi le più colpite dai contagi professionali da Covid-19. Tra i tecnici della salute l’83,7% sono infermieri, seguono fisioterapisti (5,2%) e assistenti sanitari (3,4%); tra il personale non qualificato nei servizi di istruzione e sanitari: ausiliari ospedalieri e portantini; tra le professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali: tutti operatori socio sanitari; tra i medici quasi il 50% è composto da medici internisti, cardiologi, generici e geriatri; tra gli impiegati, soprattutto amministrativi; – tra il personale non qualificato nei servizi di pulizia di uffici, alberghi, ristoranti, ecc., in particolare personale dedicato alle camere e degli ospedali-ambulatori.
L’attività economica – la gestione Industria e servizi registra il 93,8% delle denunce, seguono la gestione per Conto dello Stato (3,8%) e l’Agricoltura (2,4%); – il 71,8% delle denunce codificate per attività economica (Ateco) riguarda i settori della “Sanità e assistenza sociale” (54,5% delle denunce) e degli organi preposti alla sanità, come le Asl, dell’”Amministrazione pubblica” (17,3%) dove lavorano più donne; – le “Attività manifatturiere”, settore ampio e articolato, contano per il 7,1%; – il “Noleggio e servizi alle imprese” (varie le professioni, anche di natura sanitaria) e il “Trasporto e magazzinaggio” (più colpiti i lavoratori dei servizi postali e di corriere), incidono rispettivamente per il 6,7% e 6,2%.
L’età – I più esposti al contagio sui posti di lavoro sono i dipendenti compresi tra 50-64 anni (47,7%), a seguire 35-49 anni (34,9%), fino a 34 anni (15,1%) e infine gli over 64 anni (2,3%).
Dunque tra le categorie più colpite le infermiere, le fisioterapiste, le operatrici sociosanitarie, le lavoratrici per i servizi personali e assimilati, i medici e le lavoratrici non qualificate nei servizi di istruzione e sanitari.
Gli infortuni al femminile aumentano: tra il 2015 e il 2019, a fronte di un aumento dell’occupazione del 1,1%, gli infortuni delle lavoratrici hanno registrato un inquietante + 1,8%.
Crescono gli infortuni al femminile soprattutto tra le ultrasessantenni con un incremento del +14,8% nella classe specifica tra i 65 e 69 anni.
Più della metà degli infortuni al femminile sono concentrati al nord Italia (60,2%), segue il centro (20,6%) e quindi il mezzogiorno (19,2%).
Le donne lavoratrici, sempre in prima linea dunque: anche alla luce di questi numeri che forse non ci sorprendono neanche più di tanto, ormai.
Siamo abituate ed abituati al preconcetto di “sacrificio” per le donne ma la Uil, ritiene doveroso porre e perché no, richiedere e pretendere da chi ci Governa, da chi amministra le aziende, siano esse pubbliche o private, più attenzione alla Salute e alla Sicurezza sul lavoro. Le donne in particolare poi, non debbono e non possono scontare, come si evince da questi dati dedotti dall’analisi condotta dalla Consulenza statistico attuariale dell’Inail, la scarsa vigilanza nell’applicazione dei protocolli contro la diffusione del virus e l’insufficienza nella valutazione dei rischi psico sociali sempre più in agguato in questo periodo così complicato per il mondo del lavoro.
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