Stiamo vivendo un momento decisivo per la Basilicata. Siamo di fronte ad uno spartiacque: possiamo scegliere di porre fine ai ritardi e agli errori del passato o avviare un autentico percorso di sviluppo se e solo se riusciremo a lavorare insieme, con determinazione e responsabilità. Le sfide che abbiamo di fronte non possono più essere rimandate. Sono questioni vitali: il lavoro che manca, la fuga dei nostri giovani, la povertà crescente, la crisi del settore automotive e la transizione energetica, la denatalità, il ridimensionamento delle scuole e l’emergenza sanitaria. Pensare di affrontare tutto questo da soli sarebbe un errore gravissimo.e qui il sottotitolo
Incontro con Bardi
Stiamo vivendo un momento decisivo per la Basilicata. Siamo di fronte ad uno spartiacque: possiamo scegliere di porre fine ai ritardi e agli errori del passato o avviare un autentico percorso di sviluppo se e solo se riusciremo a lavorare insieme, con determinazione e responsabilità. Le sfide che abbiamo di fronte non possono più essere rimandate. Sono questioni vitali: il lavoro che manca, la fuga dei nostri giovani, la povertà crescente, la crisi del settore automotive e la transizione energetica, la denatalità, il ridimensionamento delle scuole e l’emergenza sanitaria. Pensare di affrontare tutto questo da soli sarebbe un errore gravissimo.
Nel recente incontro con il Presidente Bardi, insieme ai segretari di Cgil e Cisl, abbiamo espresso un giudizio positivo, ma con la consapevolezza che si tratta solo dell’inizio. La scorsa legislatura è stata segnata da una profonda mancanza di concertazione sociale, con incontri rari e formali, incapaci di dare risposte concrete anche alle emergenze più drammatiche. Questa volta dobbiamo fare sul serio. Abbiamo preso atto della volontà del Presidente di inaugurare un nuovo metodo di confronto, con tavoli settoriali che affrontino nel merito le questioni più critiche. Questo è solo il primo passo e ora attendiamo i fatti.
La UIL ha sempre mantenuto, anche nei momenti più difficili, un atteggiamento costruttivo e responsabile, e continueremo a farlo. Tuttavia, questo non significa che resteremo inerti o che daremo tempo indefinito a chi deve agire. Non faremo sconti e non aspetteremo a lungo: se non ci saranno azioni concrete e immediate, siamo pronti a riprendere la mobilitazione con forza.
Buon lavoro
C’è una priorità chiara: il buon lavoro. Lo ribadiamo con chiarezza attraverso la proposta di costruire un nuovo progetto capillare territoriale sullo stato della disoccupazione in Basilicata. Proponiamo al Presidente Bardi di convocare gli Stati Generali del Lavoro in Basilicata aperto e partecipato con le forze produttive, istituzionali e sociali del mondo del lavoro con le priorità che vanno agganciate ad ancor più urgenti alla luce dell’enorme mole di risorse che sta per arrivare in Basilicata.
C’è bisogno di un nuovo piano Marshall tutto dedicato alla Basilicata. Un invito: chiudiamoci giorno e notte in Via Verrastro per realizzarlo insieme. Per la Basilicata significherebbe mettere in campo un piano di investimenti massicci, mirati a rigenerare il tessuto economico e sociale della regione. Un progetto strategico che punti a infrastrutture moderne, innovazione, valorizzazione delle risorse locali e creazione di opportunità per i giovani, garantendo una rinascita duratura e sostenibile per il territorio lucano.
Non saranno certo gli sgravi contributivi del Decreto Coesione né la ZES unica per tutto il Sud a risolvere i problemi sempre più incancreniti del lavoro e dello sviluppo industriale in Basilicata e nel Mezzogiorno. Questi provvedimenti sono palliativi, utili a tamponare alcune falle, ma incapaci di dare risposte strutturali alla crisi che viviamo.
Partiamo dai dati: nel 2023, l’82,8% dei contratti di lavoro in Basilicata è stato precario. Ben 4-5 punti sopra la media nazionale!
È urgente riportare i contratti temporanei alla loro naturale eccezionalità e combattere con determinazione le altre forme di accesso anomalo al lavoro: dai tirocini extracurriculari alle partite IVA fittizie, al lavoro nero. Parliamo di giovani, di donne, di persone che ogni giorno lottano per arrivare a fine mese, di un esercito di invisibili che non riesce a costruire un futuro, che non può permettersi una casa né guardare al domani con speranza.
È per questo che la UIL ha lanciato la campagna “No ai lavoratori fantasma”, l’8-9 Novembre ospiteremo la Carovana UIL a Potenza per affrontare questo ed altri temi cruciali, per far emergere la condizione drammatica di migliaia di giovani lavoratori, troppo spesso ignorati o dimenticati. La battaglia per il buon lavoro non è solo una battaglia sindacale, è una battaglia per il futuro della nostra società.
Che fare per il “buon lavoro”
Servono azioni concrete! Investimenti mirati, infrastrutture e un piano serio per dare a chi vive nelle regioni meridionali una vera possibilità di riscatto. Il Governo deve smetterla con le misure spot, con i bonus, che frammentano ulteriormente il già fragile tessuto produttivo del Mezzogiorno, e mettere in campo azioni che abbiano un reale impatto. Serve un duplice intervento: da un lato, attrarre investimenti privati ad alto valore aggiunto; dall’altro, sostenere i settori produttivi locali più dinamici, quelli che sono in grado di generare occupazione di qualità. La Giunta regionale deve pretendere che questo potenziale venga sfruttato al massimo. Non possiamo più accettare immobilismo o ritardi. Il buon lavoro si costruisce con scelte coraggiose, politiche lungimiranti e l’unità di tutti gli attori coinvolti. Il tempo dell’attesa è finito.
Solo così potremo rilanciare il Sud.
Autonomia differenziata
Siamo scesi in campo dal primo minuto. Non è mai stata una sfida ideologica, ma contro le disuguaglianze. La UIL Basilicata ha fatto la sua parte, allestendo in poco più di un mese decine di banchetti in tutti i comuni per raccogliere migliaia di sottoscrizioni, animati dall’entusiasmo del nostro gruppo dirigente. Il 19 settembre abbiamo consegnato a Roma il plico con le firme della UIL Basilicata, portando il chiaro segnale della nostra opposizione al DDL Calderoli.
Ad oggi 1 milione e 300 mila italiani ritengono questa norma da abrogare. Il 26 Settembre il comitato promotore nazionale ha consegnato presso la Corte di Cassazione 740 mila firme certificate sui modelli cartacei che sono state poi sommate alle 550 mila online. Un risultato straordinario. Quindi, non ci sono scuse! Si va al referendum per tenere unita l’Italia. Un dato su cui riflettere: dall’ultimo report Istat sul welfare territoriale emerge con chiarezza che l’Autonomia Differenziata è già ben consolidata. In provincia di Bolzano i cittadini possono contare su una spesa sociale media pro capite di 592 euro, oltre tre volte superiore alla media dei Comuni del Nord Italia, che è di 174 euro. Al contrario, chi vive nel Mezzogiorno deve accontentarsi di 92 euro. Immaginate l’impatto devastante che avrebbe la legge Calderoli, se ogni Regione e ogni territorio fossero costretti a fare affidamento solo sulle proprie risorse.
Per queste ragioni, stiamo intensificando il nostro impegno, unendo le forze con tutte le sigle che aderiscono al Comitato referendum nelle due province. I banchetti sono stati un’importante opportunità per spiegare ai cittadini che in gioco c’è il futuro dei diritti di tutti noi, dunque, l’importanza del voto.
Su questo non ci fermeremo!
Povertà e disagio sociale
Il rapporto 2024 sulla povertà, presentato dalla Caritas Diocesana di Potenza durante il Consiglio Confederale della UIL a Giugno, ci restituisce un’immagine inquietante della nostra realtà. È la rappresentazione plastica della vita quotidiana di molte famiglie lucane che affrontano una battaglia silenziosa, anche in situazioni familiari monoreddito, o in cassaintegrazione, cresciute a dismisura. È inaccettabile che in un’epoca di progressi ci siano persone che lottano per la sopravvivenza, che vivono con un solo reddito e che si trovano a chiedersi come faranno ad arrivare a fine mese. La UIL è qui per dire: non siete soli!
Dobbiamo però costruire una strategia audace e inclusiva che ponga al centro la dignità delle persone. Solo unendo le forze, combattendo contro quelle scelte politiche che aggravano le disuguaglianze, possiamo superare le “sabbie mobili” della precarietà e della povertà. La lotta contro la povertà è una questione di giustizia sociale, un appello a non lasciare indietro nessuno.
Stellantis
E’ un problema più grande della Basilicata, è un tema da affrontare sul piano globale. Questo dramma lo leggo ogni giorno negli occhi dei tanti delegati che incontriamo nelle nostre sedi e che sperano in un passo in avanti. Il primo incontro su Stellantis convocato dal Presidente Bardi, insieme alla UILM, segna un passo positivo nel nostro percorso. Questo è un momento cruciale, un’opportunità per lavorare insieme e mettere in campo tutte le soluzioni necessarie per rendere il “Polo dell’auto di Melfi” sempre più competitivo e attrattivo. L’approvazione da parte della Giunta Regionale dei provvedimenti per la realizzazione di un impianto biogas a Melfi è un atto significativo che concretizza le discussioni avute al Tavolo Stellantis in Regione.
Tuttavia, il confronto deve continuare e diventare permanente. È fondamentale aggiornare costantemente la situazione, che ha dimensioni sia internazionali che nazionali e subisce continue evoluzioni. Dobbiamo mantenere un filo diretto con il Tavolo nazionale del Ministro Urso, perché non possiamo dimenticare che lo stabilimento di Melfi non si “salva” da solo.
Le affermazioni di Tavares sul futuro degli stabilimenti italiani di Stellantis non ci rassicurano. È tempo di mettere insieme, su un unico tavolo, sindacati, azienda e governo per discutere apertamente del futuro. Siamo particolarmente preoccupati per la Gigafactory di Termoli, dalla quale Melfi dipende per le commesse delle batterie necessarie ai nuovi modelli. È fondamentale che a Melfi si continui a produrre macchine ibride per garantire volumi e lavoro.
Ad oggi, non abbiamo certezze, e per questo continuiamo a chiedere la convocazione di un confronto alla Presidenza del Consiglio, per chiarire quali siano gli impegni dell’azienda e del governo. Dopo il contributo dato per l’abbattimento dei costi energetici, è altrettanto necessario intervenire a sostegno delle aziende che faticano a sostenere il costo del 20% degli ammortizzatori sociali per i lavoratori.
Il 18 Ottobre saremo in Piazza del Popolo a Roma in migliaia dalla Basilicata per lo sciopero generale indetto dai sindacati di categoria nazionali. Lo scorso 25 Settembre abbiamo tenuto a Melfi una partecipata assemblea generale con tutti i nostri delegati del settore automotive. Spingeremo con energia, chiedendo il coinvolgimento di tutti i sindaci lucani, dei consiglieri comunali, provinciali, regionali, delle famiglie, della società civile, affinché la Giunta regionale e la politica si assumano la responsabilità di esercitare un pressing costante nei confronti della Commissione Europea, in particolare sul Green Deal Europeo, perché le scelte politiche non devono gravare sulle lavoratrici e sui lavoratori. Possiamo ancora difendere il futuro della nostra industria e garantire dignità e sicurezza. Se chiude Melfi, crolla il sistema economico e sociale della Basilicata. Non possiamo permetterlo!
Petrolio e transizione energetica
Voglio essere chiaro: anche sul petrolio il tempo sta scadendo. Dopo trent’anni di estrazioni e significativi introiti, è fondamentale che Eni sia chiara e trasparente nella pianificazione del futuro. I cosiddetti Progetti no oil, recentemente presentati in Regione, devono essere discussi con il sindacato. Siamo pronti a dialogare con l’AD De Scalzi sui piani futuri, coinvolgendo chi rappresenta i lavoratori nella Just Transition e nell’impegno di rispondere alle sfide del trilemma energetico.
Recentemente, De Scalzi ha dichiarato: “Abbiamo tutti imparato a pensare e agire in modo diverso.” Questo deve diventare il nostro mantra, ma in Basilicata avvertiamo un “silenzio apparente” che desta forti preoccupazioni. Vogliamo cambiare questa situazione praticando un approccio volto all’integrazione e al coinvolgimento di tutti gli attori.
È importante sottolineare che, secondo il rapporto della Banca d’Italia, nel settore estrattivo la produzione di petrolio greggio è diminuita del 3,4% e quella di gas naturale addirittura del 9,3% nell’ultimo anno. Questa riduzione si traduce in minori royalties per la Regione e per i Comuni lucani coinvolti nelle attività estrattive. Inoltre, il valore della produzione, che era aumentato nel 2022, ha risentito del calo delle quotazioni, riducendosi di quasi un quinto per il petrolio e di quasi un quarto per il gas, secondo le stime di Bankitalia.
Ciò richiede un monitoraggio urgente e trasparente, soprattutto per le finanze della Regione, specie dopo l’operazione di anticipazione delle royalties 2024 decisa dalla Giunta Regionale per ripianare i debiti nella sanità.
Riguardo alla transizione energetica, è chiaro che nessuno ha la verità in tasca. Con un mercato auto che rallenta, il nostro futuro nell’elettrico non appare roseo e dobbiamo dare certezze alle lavoratrici e ai lavoratori. Inoltre, continuiamo a insistere sul fatto che le multinazionali che ricevono aiuti pubblici non possano delocalizzare a piacimento: i sostegni devono essere condizionati al rispetto di regole chiare.
La UIL, insieme a Cgil e Cisl, presenterà un ulteriore pacchetto di proposte alla Giunta, che include petrolio, gas, energie rinnovabili, acqua, ambiente, territorio e patrimonio forestale.
Proponiamo inoltre una forestazione produttiva, che oltre all’occupazione generi anche importanti risorse dal nostro importante patrimonio boschivo e non solo. Una forestazione che sia pronta ad assorbire le competenze della platea dei lavoratori ex RMI e TIS, perché crediamo in un futuro che non solo protegga l’ambiente, ma crei anche opportunità di lavoro dignitoso.
Sanità
La sanità lucana va messa al sicuro! È tempo di smetterla con i comunicati stampa, o le prese d’atto di forma e si inizi a lavorare realmente per tutelare la salute, il bene più prezioso delle Persone. È fondamentale costruire un nuovo piano sanitario e la UIL, insieme alla UIL FPL, sta già lavorando ad una grande iniziativa per la sanità in Basilicata che metta al centro tutti i problemi che vivono ogni giorno i cittadini.
Una riflessione. Quest’estate, due primari ospedalieri – il dott. A. Cuomo, primario di Ortopedia e Traumatologia a Melfi, e il dott. G. Luzi, primario di Cardiochirurgia al San Carlo – hanno annunciato la loro decisione di lasciare l’incarico per trasferirsi fuori regione. L’effetto di queste scelte è devastante: con i medici di riflesso si allontanano gli utenti. E sappiamo cosa significa, ci troveremmo di fronte a una situazione di non ritorno.
Per evitarlo, è cruciale riprendere il dialogo per rivedere il Piano Regionale Socio-Sanitario e accelerare gli interventi e i progetti previsti dal PNRR. Al Presidente Bardi e all’Assessore Latronico abbiamo già inviato una richiesta chiara: si torni al confronto con i sindacati, partendo dai problemi più urgenti, le liste di attesa, la mobilità passiva e, soprattutto, l’incremento del personale sanitario. È essenziale adottare misure in grado di bloccare ogni ulteriore esodo di professionisti.
Per noi, la parola chiave è prossimità. Dobbiamo garantire ai cittadini la possibilità di usufruire di servizi di qualità, eccellenza e funzionalità in ogni parte del territorio. È tempo di riordinare e migliorare la rete ospedaliera, potenziando il S. Carlo, elevato a Policlinico, e rafforzando la rete degli ospedali territoriali.
La salute dei lucani è una priorità ineludibile.
GIOVANI
Siamo un’organizzazione attrattiva. Lo dimostrano le centinaia di giovani che stiamo coinvolgendo nelle scuole con il nostro progetto PCTO “EssereInSicuri” e in molteplici iniziative nazionali come il UILCAMP e Gobeyond. La generazione del Terzo Millennio rappresenta per noi l’anima di una comunità, poiché sono portatori di innovazione, energia e sogni. Il confronto quotidiano con loro è importante nelle nostre riflessioni ed approfondimenti. Sul piano lavorativo, in Basilicata, però, la situazione è allarmante: ben 36.000 NET e 335 giovani lucani, tra i 18 e i 34 anni, hanno lasciato la nostra terra lo scorso anno per trasferirsi all’estero, iscrivendosi all’AIRE (Anagrafe degli italiani residenti all’estero). Dal 2011 al 2023, il numero totale di giovani emigrati è stato di 3.147.
Non servono ulteriori report statistici per comprendere che questa nuova ondata migratoria giovanile rappresenta un’emergenza sociale, civile e demografica. Per affrontarla non ci sono catene che tengano se non quelle del buon lavoro.
La UIL propone la creazione di una piattaforma per il Lavoro e la Formazione in Basilicata che deve essere un punto di incontro tra datori di lavoro, candidati in cerca di lavoro e enti di formazione, richiedendo una pianificazione dettagliata e una chiara comprensione delle esigenze degli utenti. Rilanciamo questa idea al Presidente Bardi in questa fase di nuovo confronto sociale: dobbiamo lavorare insieme per costruire un futuro in cui i nostri giovani possano sognare e realizzare le loro aspirazioni nella propria terra.
ZERO MORTI SUL LAVORO
La tragica morte di due vigili del fuoco a Nova Siri lo scorso luglio deve scuotere le coscienze di tutti noi e intensificare le azioni su quella che è una gravissima emergenza in tutto il Paese. Siamo ormai vicini alle 400 vittime, un numero inaccettabile che segna un forte incremento delle malattie professionali. La UIL, supportata da dati dell’INAIL, ha da tempo lanciato l’allerta sul peggioramento della sicurezza sul lavoro e della salute dei lavoratori.
La Basilicata, nel 2023, si trova in “zona rossa”, con un’incidenza di oltre il 25% superiore alla media nazionale. Questa situazione drammatica richiede una risposta immediata e decisa da parte di tutti noi, lavoratori e sindacato.
Per questo motivo, la UIL Basilicata rilancia con fermezza la campagna “Zero morti sul lavoro”. È tempo di agire, di far sentire la nostra voce e di mobilitarci con nuove iniziative già in programma. Ogni vita persa sul lavoro è una vita di troppo. Dobbiamo unire le forze per garantire che ogni lavoratore possa tornare a casa sano e salvo ogni giorno. La sicurezza non è solo un diritto; è un dovere di tutti.
Un cambio di passo.
È tempo di un cambio di rotta significativo nei settori chiave dell’economia e della società.
Dobbiamo investire nel manifatturiero. Riprendendo l’ANPAL che in base alle ultime analisi ci dice che un’azienda su due non trova manodopera, dobbiamo creare una task force tra agenzie interinali, istituzioni, mondo delle imprese e sindacato per capire quali competenze ci sono in Basilicata e così offrire una grande risposta a questo mondo. Dobbiamo rilanciare l’agricoltura attraverso l’agroalimentare, l’enogastronomia, credere di più nell’artigianato e in una ruralità sostenibile. È fondamentale ammodernare e potenziare il comparto turistico e accelerare i lavori pubblici, nonché i piani di rigenerazione urbana. È essenziale creare una rete solida tra Università, Enti di ricerca e Imprese, promuovendo l’innovazione green e progettando investimenti orientati alla digitalizzazione.
La UIL cerca il confronto con una politica vera, quella nobile e visionaria, capace di guidare i processi e non di nascondersi dietro calcoli e tattiche di corto respiro.
DOVE VA LA UIL
La nostra organizzazione ha una sola direzione: le persone con i loro bisogni sempre più complessi e impellenti. In Basilicata, dove i problemi si avvertono più che altrove, è fondamentale avere una visione chiara di lungo periodo e recuperare il terreno perso. Dobbiamo procedere più veloci rispetto agli altri; non possiamo permetterci di rallentare ancora, perché le trasformazioni globali sono rapidissime e dobbiamo farci trovare pronti senza subirle.
Per questo motivo, la UIL si è data una missione fino al prossimo congresso: essere un sindacato di comunità. Questo approccio significa costruire relazioni forti e significative con le lavoratrici, i lavoratori e le persone, le pensionate e i pensionati, con il mondo delle imprese, con le istituzioni a qualunque livello, partendo però dagli “ultimi” e condividendo l’obiettivo comune del bene collettivo. La comunità è al centro della nostra visione e vogliamo rafforzare i valori di appartenenza e partecipazione, che sono il cuore del riformismo della UIL. L’unica risposta a tutte le domande è il lavoro.