Illustrata dal Segretario Tortorelli durante il Consiglio Regionale Confederale della Uil Basilicata

Addetto stampa

Affrontare i nodi dopo Covid con una visione di medio-lungo termine, attraverso la collaborazione tra forze che hanno “gambe e testa” nei diversi mondi sociali: è l’indicazione del Consiglio Regionale Confederale della Uil della Basilicata che si è riunito oggi a Potenza aperto dalla relazione del segretario regionale Vincenzo Tortorelli.

Il dibattito e la riflessione dei dirigenti Uil precede la mobilitazione decisa unitariamente da Cgil, Cisl, Uil con tre manifestazioni nazionali sabato 26 giugno tra le quali quella per il Sud a Bari con la partecipazione del segretario nazionale Pierpaolo Bombardieri.

I contenuti della piattaforma unitaria riguardano: lavoro, occupazione, coesione, sviluppo, fisco, pensioni, non autosufficienza, rinnovo dei contratti pubblici e privati, riforma pubblica amministrazione e scuola, della cultura e del turismo.

La Uil rivendica una svolta nella nostra regione e nella dimensione nazionale sostenendo che il Pnrr non è un punto di arrivo, è l’innesco di una ripartenza.

L’idea di nuovo sviluppo che immaginiamo per il futuro della regione – ha detto Tortorelli – si basa su tre assi la cui valorizzazione dovrà costituire la premessa di ogni strategia regionale:

·         il primo asse è quello della promozione e della tutela della persona come parte di una comunità di lavoro, ma anche come attore e destinatario dei sistemi di protezione sociale, dell’ambiente naturale e culturale, come cardine della crescita umana e collettiva.

·         il secondo asse è la tutela dell’ambiente, dei borghi che si vanno spopolando, dei luoghi di valorizzazione delle risorse naturali, delle città patrimonio dell’umanità quale è Matera, delle acque e delle foreste regionali;

·         il terzo asse è quello dell’intelligenza umana nell’uso delle nuove opportunità che la tecnologia e i nuovi media ci mettono a disposizione. Per promuovere imprese innovative, partecipare ai grandi progetti internazionali di ricerca, digitalizzare la pubblica amministrazione, costruire centri di competenza di eccellenza mondiale.

Questi tre assi – ha sottolineato il segretario della Uil – si articolano in azioni e obiettivi specifici coerenti e decisivi per mettere in moto le  ‘aree di trasformazione strategiche’ della regione. Dalla competitività produttiva e attrattività, alla svolta ecologica, all’area delle infrastrutture, delle connessioni e della mobilità, la protezione sociale, il nuovo lavoro, l’inclusione socio-sanitaria, l’Area dell’innovazione, della ricerca e delle tecnologie, il turismo sostenibile.

Per vincere questa sfida – ha detto Tortorelli – è necessario un coordinamento straordinario e forte tra i diversi livelli di pianificazione e di monitoraggio della complessa maglia di obiettivi e di risultati da conseguire. Occorre una sorta di ‘Amministrazione ad hoc’, parallela a quella ordinaria, compartecipata dalle forze sociali, posta in capo alla Presidenza della Giunta.

È in gioco la credibilità realizzativa di concertare e tradurre in nuovo sviluppo un’operazione storica di riforma della programmazione intorno ad un vero Piano Marshall di crescita post-pandemica.
Per farlo serve un documento strategico di programmazione integrata,  che raccolga i progetti da realizzare, le relative previsioni di spesa e le modalità di finanziamento per definire gli elementi di traino che diano un senso generale e condiviso ai diversi ambiti di pianificazione, con ricadute concrete nella vita delle comunità locali.

Con la campagna di mobilitazione intrapresa, confidiamo in un nuovo corso di relazioni sindacali e sociali, nella consapevolezza che il colloquio e il confronto per il Piano del lavoro possa essere vissuto come un arricchimento delle funzioni del Governo regionale, come massimo fattore propulsore di iniziative e alleanze per lo sviluppo.

In ragione di tutto ciò, riteniamo non più rinviabile e procrastinabile l’apertura di un confronto che parta dalla programmazione ed arrivi a definire un nuovo patto per lo sviluppo per la nostra regione. Diversamente – ha aggiunto – non ci sarà altro tempo a disposizione per il rilancio dello sviluppo del territorio lucano dopo Covid e la risposta unitaria dei sindacati confederali sarà quella di indire la mobilitazione generale delle forze sociali a supporto di un nuovo modello di sviluppo, per cui chiameremo ad esprimersi e battersi larghi settori della popolazione lucana desiderosa di cambiare.

Tra gli altri temi affrontati la vicenda Stellantis. Il recente incontro al MISE – ha affermato Tortorelli – ha dimostrato con chiarezza che  la strategia di Stellantis non può prescindere dalle potenzialità strutturali dello stabilimento di Melfi e che ha un suo valore l’annuncio della produzione di 4 nuovi modelli di auto elettriche in Basilicata.
Ma non v’è dubbio che abbiamo bisogno di tracciare una road map per traguardare questo importante obiettivo, anche dando continuità al tavolo nazionale di confronto. È evidente che anche la regione debba finalmente attrezzarsi.

Serve un  Osservatorio automotive con la partecipazione di esperti di rilevo nazionale per supportare in modo autorevole e convincente il dibattito e l’iniziativa pubblica locale e concorrere con quelli governativi.
Essenziale è ribadire la vocazione del distretto di Melfi per l’elettrico specie per le indubbie precondizioni per realizzare la  gigafactory europea del gruppo per le batterie. Oltre a valutare la prefattibilità di interventi per strutturare l’area di Melfi per investimenti green.
La spinta viene dal Recovery Fund che concentra le risorse principalmente su due driver: rendere le aree metropolitane veramente green e l’idrogeno che per noi ha anche un altro valore per accompagnare i programmi di costruzione di nuove auto alimentate ad idrogeno.

Ma a tutt’oggi ancora nulla di preciso sul coinvolgimento di Eni e Total, sulla promozione di nuovi investimenti; nulla di preciso sull’infrastrutturazione speciale dell’area di S.Nicola, anzi si retrocede con la disattivazione del punto del 118; nulla sulle nuove Zes. Ed invece crescono i costi ambientali, dall’acqua allo smaltimento dei reflui industriali.

Punti sui quali, come sindacato – ha ricordato il segretario UIL –  abbiamo tenuto alta l’attenzione, abbiamo richiamato il governo regionale a prestarci ascolto, lo abbiamo dalla Val Basento, dalla Potenza Melfi, dai cancelli dello stabilimento Stellantis e da quelli del centro Oli di Viggiano.

Per la Uil nella lunga emergenza pandemica il sindacato, ha dimostrato di esserci offrendo il suo contributo determinante nel consentire la tenuta delle produzioni del Paese attraverso i protocolli di sicurezza: un’espressione di grande valore di come si può coniugare economia e lavoro, produttività e salute.

Una prova che – ha concluso Tortorelli – rappresenta un modello di cosa è, e di cosa può fare, il sindacato; di che cosa ha dato e può continuare a dare l’energia sindacale, sia nella fase dell’emergenza ed ora nella nuova stagione dello sviluppo post Covid. Uno sviluppo che per noi deve essere necessariamente più equo, più compartecipato e non calato dall’alto.

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