Cgil, Cisl e Uil sono pronti alla mobilitazione contro ogni ipotesi di allocare in Basilicata il deposito nazionale per i rifiuti radioattivi e a difendere il territorio da ogni tentativo di depredazione ulteriore.
Sono trascorsi 18 anni ed è ancora vivo in tutti noi il ricordo delle 15 giornate di Scanzano e il solo riecheggiare della possibilità che il governo individui ancora una volta la Basilicata, individuando diversi comuni tra Potenza e Matera, compresa la Capitale europea della cultura tra le aree potenzialmente idonee per lo stoccaggio delle scorie nucleari, riaccende la stessa contrarietà di allora.
Una contrarietà ancor più radicale in quanto dettata dalla consapevolezza che la Basilicata sta già dando molto al Paese in termini energetici più di quanto abbia ricevuto in questi anni. La nostra regione non ha ricevuto alcun ‘ristoro’ in termini di interventi diretti per creare
occupazione, eppure si è cimentata con lo spinoso problema della coesistenza di modelli alternativi, quale lo sfruttamento delle risorse energetiche e la salvaguardia del territorio, provando a dare il suo contributo nel tracciare una proposta per il governo della transizione energetica secondo le linee tracciate dall’Unione Europea.
Questo è il tempo del riscatto e della mobilitazione per costruire un’altra idea di sviluppo, uno sviluppo sostenibile che valorizzi le tante potenzialità della nostra regione.