Vincenzo Tortorelli, Segretario Generale UIL BASILICATA
Per scongiurare i rischi di amplificazione delle disuguaglianze tra persone, settori e territori nel Mezzogiorno, acuiti dai dati contenuti nel Rapporto Svimez “Il lavoro nella pandemia: impatti e prospettive per persone, settori e territori”, ci sono almeno due fronti da presidiare: lo strutturale disallineamento tra domanda di lavoro delle imprese e i livelli di competenze maturate dai giovani italiani più istruiti al primo ingresso nel mercato del lavoro; la graduale riduzione delle misure di sostegno a imprese e lavoratori. Questo perché la crisi economica e sociale seguita all’emergenza sanitaria ha avuto effetti estremamente significativi su una struttura del mercato del lavoro già segnata da criticità e debolezze. In più l’emergenza Covid 19 ha determinato effetti territoriali che accrescono il divario Nord-Sud, solo in parte ricomposti dalle misure di sostegno del lavoro e delle imprese a causa delle rilevanti differente strutturali maturate tra Nord, Centro e Sud nel corso della lunga crisi 2008-2014. Per questo serve una terapia d’urto nelle politiche per il Sud.
Purtroppo, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza rischia, in questo senso, di essere un’altra occasione mancata per ridurre drasticamente i divari in quanto il 40% delle risorse destinate al Mezzogiorno sono insufficienti. Intanto non c’è certezza che effettivamente arrivi al Sud questa quota del PNRR. Per il Sud occorrono maggiori investimenti e bisogna dare avvio effettivo e concreto al Piano Sud 2030, anche se esso va sottoposto ad un impianto di “manutenzione” in quanto pensato prima della pandemia. Servono investimenti in ricerca, cambiamento tecnologico e digitale, per accompagnare la transizione energetica accompagnati dal rilancio delle ZES (in Basilicata la ZES Taranto-Valbasento). Su questo i Governatori delle Regioni del Sud dopo l’iniziale iniziativa per ottenere più risorse segnano una fase di stasi; devono farsi sentire dal Governo e ricomporre il fronte con sindacati, Comuni, associazioni di imprese. Per uscire dall’emergenza, occorrono risposte concrete: efficienza della pubblica amministrazione, selettività degli interventi, grandi infrastrutture strategiche, politiche per la sicurezza e la legalità nel lavoro, favorire lo strumento della contrattazione.
È su questi temi che la UIL sollecita la Ministra Carfagna ad un confronto di merito, rapido e concreto. Perché solo con queste politiche innovative che “rompono” con un passato recente si potranno creare tutte le opportunità affinché il Mezzogiorno, secondo il pericolo individuato da Svimez, non paghi due volte gli effetti della crisi.

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