In Basilicata al 30 giugno scorso i nuclei familiari che hanno percepito almeno una mensilità di Adi sono 7.494 per 16.047 persone, con un importo medio di 616 euro; nel 2024 erano 6.687 per 14.325 componenti della famiglia ma con un importo medio maggiore (713 euro).

Ad essi si aggiungono i percettori del Sfl (supporto formazione lavoro) che al primo semestre dell’anno sono 1.186 rispetto agli 881 del 2024. Sono dati che la Uil ha rielaborato su scala regionale dal rapporto Inps che – sottolinea la Uil – andrà a breve aggiornato a conclusione  dell’operazione di rinnovo per altri 12 mesi Adi-Sfl,  in fase di ultimazione.

“Il raffronto con il precedente Reddito di Cittadinanza, che è stato abolito e sostituito dai due nuovi strumenti, registra poco più del dimezzamento della platea di beneficiari. Sono le conseguenze disastrose del passaggio dal Reddito di cittadinanza all’Assegno di inclusione, una misura che sta pericolosamente escludendo dal sostegno milioni di famiglie italiane specie al Sud”.

Lo sostiene il segretario regionale della Uil Basilicata Vincenzo Tortorelli ricordando che nella nostra regione, nel 2022 (ultimo anno di riferimento prima della soppressione) sono state presentate 13.734 domande tra Reddito e Pensione di Cittadinanza, di cui 9.494 accolte (6038 per la provincia di Potenza e 3456 in quella di Matera). Una platea che si è assottigliata di alcune migliaia nel 2023 per effetto delle nuove decise dal Governo sino a raggiungere una quota di circa 6 mila famiglie percettrici del Reddito di Cittadinanza, in media 546,95 euro al mese. Un migliaio invece i nuclei che hanno ottenuto la Pensione di Cittadinanza per 456,25 euro al mese in media.

“La dignità e il benessere delle famiglie – afferma Tortorelli-  devono tornare al centro dell’agenda politica.

Sollecitiamo con urgenza un ripensamento delle politiche di inclusione sociale da parte del governo. È necessario un sistema di protezione che garantisca equità, continuità del sostegno e strumenti adeguati all’inserimento lavorativo di chi è in condizione di fragilità economica.

 Chiediamo un cambio di rotta deciso: sono necessari sia investimenti strutturali in politiche attive del lavoro, welfare e tutele sia un rafforzamento dei servizi pubblici ed efficaci politiche industriali, per garantire vera inclusione sociale e lavorativa”.