Nel 2021 ogni giorno più di 3 persone sono morte nell’esercizio della propria attività lavorativa. E’ una “guerra civile” come la definisce il nostro segretario nazionale Pierpaolo Bombardieri. In Basilicata – collocata dall’Inail in “Zona rossa” con un’incidenza di morti ed incidenti sul lavoro maggiore del 25% rispetto alla media nazionale (Indice incidenza medio, pari a 42,5 morti ogni milione di lavoratori) – la “strage” ha spezzato 16 vite umane. Un numero che scatena rabbia e reazioni. E non si provi a dire che gli incidenti sul lavoro sono diminuiti rispetto all’anno precedente che ha risentito di alternati e prolungati periodi di sospensione di lavoro. Pur essendoci stati alcuni interventi, c’è la necessità di fare di più, velocemente e con determinazione, affinché questa strage si fermi.
La Uil dalla scorsa primavera ha lanciato la campagna “Zero morti sul lavoro”, che è parte integrante dell’iniziativa unitaria Cgil, Cisl, Uil denominata “Fermiamo le stragi”.
Intensificheremo nel corso del nuovo anno l’iniziativa sul territorio e nei luoghi di lavoro che metta al centro dell’azione sindacale l’obiettivo di zero morti sul lavoro. Un impegno quotidiano contro un massacro incivile. Lo abbiamo fatto in questi mesi e lo ribadiamo: serve un piano nazionale con specifici riferimenti territoriali per aggiornare i Protocolli sulla sicurezza sottoscritti lo scorso anno con il Governo, anche introducendo due capitoli riferiti ai lavoratori fragili e alla formazione. Tutto questo con una specifica attenzione per il comparto delle costruzioni che si conferma quello con maggior numero di morti ed incidenti.
Inoltre, la vita dei lavoratori va salvaguardata non solo in fabbrica, in cantiere, in ufficio ma anche nei luoghi frequentati per raggiungere il posto di lavoro come nel trasporto sia con mezzo pubblico che privato che pure rappresenta un alto fattore di rischio. Per tutte queste ragioni bisogna aumentare il numero degli ispettori e delle ispezioni, intervenire con maggiore durezza nei confronti di chi viola le norme sulla sicurezza, fare più formazione soprattutto per i giovani, attuare la prevenzione. Il lavoro deve essere rispettato: la logica del profitto non può valere più della vita.