di UIL Basilicata
Dopo l’ennesima morte in Basilicata non possiamo più aspettare.
La UIL lo sta dicendo da tempo Presidente Bardi: ci ascolti!
L’ampliarsi dei fenomeni diffusivi da contagio Covid 19 nelle scorse settimane e i decessi di persone giovani anche in Basilicata ci obbliga a tutti non solo a riflettere ma soprattutto ad agire #adessonondopo.
La UIL lo sta dicendo da tempo Presidente Bardi: ci ascolti!
L’ampliarsi dei fenomeni diffusivi da contagio Covid 19 nelle scorse settimane e i decessi di persone giovani anche in Basilicata ci obbliga a tutti non solo a riflettere ma soprattutto ad agire #adessonondopo.
Questa emergenza ci impone di governare i processi dell’offerta sanitaria senza ritardi ma puntando alla prevenzione nelle diverse direzioni delle scelte strategiche ed operative.
Appare evidente che le funzioni di indirizzo, di programmazione e di gestione del sistema sanitario nel suo complesso, in una situazione di eccezionalità, oltre che essere presidiate dagli organismi ordinari del Dipartimento regionale e delle aziende e della #taskforce deputata, debbano essere assistite e supportate da un nucleo di consulting presidiato da “figure di alto profilo tecnico-scientifico” scelte nel mondo accademico ed in strutture di eccellenza nazionali.
E’ indispensabile un trasferimento diretto e rapido di alte competenze per la rimodulazione straordinaria ed urgente della rete ospedaliera e territoriale, definendo scenari certi ed accreditati scientificamente sul #chefareora per mettere in fila il set di servizi di diagnosi e cura per l’emergenza da Covid19.
E nel contempo del #chefareora per dare una continuità di offerta, in modo tutt’affatto nuovo, verso quella larga fascia di popolazione non –Covid 19 che non può rimanere in uno stato di sospensione.
Ribaltando il processo di cura. Prima la presa in carico territoriale e poi quando occorre quella ospedaliera. Con equipes e nuclei di operatori, assumendone di nuovi, allertati all’insorgenza della malattia, seguendo i pazienti con il tracciamento a domicilio della evoluzione di Covid 19 (modelli Piacenza e Veneto), impiegando i dispositivi del caso (tamponi, saturi metri etc…).
Nel Piano di salute si prevedano correttamente anche strutture Covid 19 di seconda istanza, reparti che non devono impattare le funzioni ordinarie, da riassestate e non ridimensionare o peggio squinternate a caso (come purtroppo sta avvenendo per gli ospedali di Venosa e Pescopagano, decisione da rivedere!). Questa manovra deve trovare una precisa forte volontà della Regione con finanziamenti straordinari prevedibili in almeno 10 milioni come primo impianto della sorveglianza attiva, sono misure da avviare subito. Senza editti ed annunci, ma con azioni, con atti di gestione efficaci definiti con scadenze e con effetti tangibili verso lo stato di salute della popolazione.
Occorre subito pianificare nella regione una grande manovra di riordino delle reti assistenziali che non può essere lasciata ad interventi separati, settoriali, improvvisati e senza l’apporto di valutazioni, indagini e simulazioni ‘ in progress’ di tipo epidemiologico, infettivologico e di alta programmazione ed organizzazione tecnico sanitaria.
Si tratta di disegnare ed attuare subito, con l’innesto di queste figure, gli scenari in evoluzione degli impatti credibili del contagio nella regione, da cui ricavare un “piano emergenziale” dentro cui allineare le traiettorie assistenziali tra ospedale e territorio, tenendo conto dei
profili di salute peculiari della regione nonchè della distribuzione estremamente diffusa degli abitati.
In particolare occorre una riscrittura ed articolazione della rete territoriale dei servizi e studiare misure per tenere in carico le diverse fasce di popolazione che non possono rimanere nel limbo assistenziale ora e dopo l’emergenza.
Uno schema che preveda anche l’ubicazione e le modalità funzionali di strutture Covid 19 di seconda linea, ben relazionate con gli “Hub Regionali” di infettivologia e dell’emergenza, con diagrammi di flusso ben definiti.
Si tratta di reparti speciali e straordinari che non devono impattare le funzioni ordinarie, le quali in modo evolutivo devono essere riassestate e non ridimensionate o peggio squinternate a caso.
Al nucleo di esperti si può affidare anche il compito di prefigurare schemi e sistemi di alta formazione on the job di una nuova leva di figure direzionali e di gestione per avviare una nuova fase del sistema socio-sanitario, come asse di una ripresa della regione dopo la crisi ed in stretta connessione con gli scenari innovativi che si prefigurano nella comunità scientifica.
E’ chiaro che per essere operativo e propulsivo il nucleo di esperti debba avere garantito ed assicurato una interfaccia diretta verso gli organi politico decisionali della regione, verso la #taskforce e verso la più vasta rete dei soggetti sociali ed istituzionali della regione.
Vincenzo Tortorelli Segretario generale Uil Basilicata