Oggi a Matera un sit-in per protestare contro la sparizione di quello che era l’ultimo presidio di una banca nazionale nel territorio lucano: l’Area Basilicata della Bper Banca che proprio dalla data dell’8 verrà “spacchetta” cedendo la provincia di Matera all’Area della Puglia Sud (Bari), il Vulture-Melfese all’Area Puglia
Nord (Foggia) e il resto della provincia di Potenza all’Area Campania Sud (Salerno).
La riorganizzazione degli uffici d’Area segue quella dell’ennesima chiusura di Filiali dello stesso Istituto in Basilicata: la storica Agenzia 1 di Matera, Chiaromonte, Senise e ancora prima Miglionico, Pisticci, Rotondella, Oppido Lucano, Acerenza, Gorgoglione, le agenzie 1 e 3 di Potenza.
Riteniamo che questa nuova divisione delle Aree oltre a non avere alcuna logica “geografica”, non si spiega neanche in ottica politica ed economica. Matera, che era storicamente sede della
Direzione Generale della Banca Popolare del Materano (direzione già “scippata” dalla Calabria nel 2009 con la nascita della Banca Popolare del Mezzogiorno), nel 2014 è stata declassata a Direzione
Territoriale poi cancellata nel 2022, quando Bper ha deciso lo spostamento in Campania e preferito accentrare molti degli uffici a Bari e Modena.
E’ chiaro che la Banca non ha fatto nulla di illegale, ha preso una mera decisione commerciale volta alla massimizzazione dei profitti, dimenticando però che le Banche svolgono un ruolo di
presidio di legalità ed esercitano un ruolo sociale (come sancito anche dall’art.47 della Carta Costituzionale). Per cui sarebbe ora di smetterla di affidare a discutibili algoritmi (senza un criterio
logico) le chiusure di Filiali che sono tutte a reddito.
Ricordiamo inoltre ai top manager che gli extraprofitti eccezionali conseguiti nel corso del 2023 derivano anche da operazioni portate a termine nella nostra Regione e che non bisogna ricordarsi
dei nostri risparmiatori solo quando bisogna fare raccolta o bisogna collocare polizze e risparmio gestito, ma anche quando si tratta di appoggiare famiglie, artigiani ed aziende con politiche di
supporto al credito.
Purtroppo a pagare il conto di queste scelerate decisioni sono le fasce più deboli della popolazione (anziani, invalidi, famiglie, piccole aziende) e naturalmente i colleghi che, per mantenere il proprio posto di lavoro, si sobbarcheranno lunghe e disagevoli trasferte, complice anche la carenza di infrastrutture in Basilicata.
Gli Istituti di Credito provano a giustificare l’accelerazione verso lo smantellamento sistematico della rete di sportelli con l’utilizzo spinto della digitalizzazione dei servizi bancari, senza però
considerare i costi sociali sopportati dalle piccole comunità composte da famiglie e da un tessuto di microimprese, per effetto di una transizione troppo veloce per poter essere recepita senza creare danni alle delicate infrastrutture sociali dei piccoli comuni della regione. A questo scenario apparentemente ineluttabile, le Organizzazioni sindacali non si sono mai rassegnate, consapevoli
come sono delle conseguenze devastanti della desertificazione bancaria per un territorio come il nostro, già estremamente fragile e soggetto ad una continua emorragia demografica. Anzi hanno
sempre lottato e intendono continuare a farlo, anche con campagne dedicate di mobilitazione, al fianco dei lavoratori, dei cittadini e delle istituzioni, nel tentativo di costruire un’alleanza virtuosa che anteponga o quanto meno affianchi all’interesse privato la tutela del bene collettivo.
È opportuno da subito la costituzionen in BASILICATA dell”OSSERVATORIO sul CREDITO ” e un confronto oramai ineludibile tra politica e ABI, tra “interesse pubblico al coordinamento del credito” (oggi concentrato unicamente sulla verifica della solidità patrimoniale delle banche) e i rappresentanti del sistema bancario, il tutto al fine di garantire politiche del credito realmente inclusive ed eque.
Le Confederazioni Regionali di CGIL, CISL e UIL unitamente alle rispettive Categorie FISAC, FIRST e UILCA, annunciano che monitoreranno attentamente il fenomeno della desertificazione bancaria e porranno in essere ogni tipo di azione a difesa dei lavoratori del credito, dei cittadini e delle imprese locali.

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